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 ( pubblicazione autunno 2003)
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                        PERSONAGGI PRINCIPALI

            Rachele Guidi, Mussolini, moglie di Mussolini,
                         67 anni nel presente e 54 nel passato  
            Claretta Petacci, amante di Mussolini, 32
           Guido Buffarini, Ministro degli Interni, 49  
            Franz Spoegler, SS Obersturmfuhrer, guardia del corpo di Claretta, 29
            Vincenzo Agnesina, Ispettore Generale di Polizia, 55  

                        PARTI MINORI  

   Donna a lutto (Claretta)
   Serva (Claretta)
   Suora (Claretta)
   Fra'  Carlo (Buffarini)  
   Maggiordomo  (Agnesina)
   Portatore (Spoegler)
   Postino (Spoegler)
   Padre Celato (Spoegler)
                       (Il testo puo'  essere messo in scena con un minimo di cinque attori doppiando le parti minori come sopraindicato tra parentesi)


TEMPI E LUOGHI  
                       L'azione ha luogo in due giorni diversi, 1) uno nel presente drammatico, il  30 Agosto, 1957, nella camera funebre del Cimitero di San Cassiano, Predappio, Romagna; 2) e  l'altro nel passato, il 24  Ottobre 1944 nella cosidetta Repubblica di Salo., Italia Settentrionale' Piu. specificatamente in tre ville lungo il Lago di Garda (Villa Feltrinelli, la residenza della famiglia Mussolini; Villa Fiordaliso, la residenza di Claretta; Villa delle Orsoline, il quartier generale di Mussolini.   La casa di Buffarini e' il piano sopra il Ministero degli Interni, Medrano.  
                        Mussolini e Claretta furono fucilati a Dongo e poi esibiti al pubblico appesi per i piedi il 29 aprile 1945, a Piazzale Loreto, Milano.  L.esecuzione di Buffarini avvenne il 10 luglio 1945, a  Milano.  

                           SCENA
                        PRIMO ATTO:  un cancello di ferro battuto alto circa tre metri e mezzo funziona come entrata ed uscita delle varie localita., aprendosi e chiudendosi o anche aprendosi a meta. da una parte o dall'altra, ecc.., in tutte le varianti possibili, anche girando intorno she il palcoscenico e' girevole, di modo che ogni variante definisce una localita'.
                        SECONDO ATTO:  si aggiungono due poltrone e uno specchio d' epoca.    
                       (NOTA: Gli eventi riportati sono storicamente avvenuti.  Il titolo OPERA BUFFA! e' ironico-satirico e non un riferimento allo stile di interpretazione' I personaggi e la situazione, anche se tipicamente da Opera Buffa, sono una realta' storicamente vera ed assurdamente tragica.  Pertanto il  dramma e' reale e va interpretato come tale).

                        PRIMO ATTO

PRESENTE.  Cimitero.  Davanti alla Camera Mortuaria.
                        Cimitero di San Cassiano.- Predappio.  30 agosto, 1957.  
                        (Il cancello e'  aperto verso l' esterno.  Mezzoggiorno, afoso sui trenta gradi, con un sole che da`  ombre forti ad uomini e cose. Rachele, tutta angosciata e sostenuta da un'altra donna, aspetta ansiosamente guardando verso fuori. Rachele e'  una sessantasettenne dinamica, capelli bianchi sotto un turbante nero ed indossa un vestito anch'esso nero lungo fino ai polpacci, con davanti otto bottoni bianchi,  porta scarpe nere e senza calze.  Ha la faccia senza trucco, porta una borsetta consumata dal tempo e una borsa piu'  larga. La compagna e'  di circa vent' anni, anche essa vestita di nero, con un velo grigio in testa e occhiali neri angolati)   
 Donna a lutto (Indicando fuori)   Li' !  Guarda!  Stanno venendo.
 Rachele      Sono loro?
 Donna         Sembra di si' .
 Rachele      Sei sicura - ?
 Donna        Chi altro puo'  essere'.  Hanno detto che venivano a mezzoggiorno, no?
 Rachele      Si' .
 Donna        Ti senti bene?
 Rachele      Ma quale bene!
 Donna        Finalmente ritorna.
 Rachele      (Sarcastica) Ah!  Ritorna!
 Donna        Cerca di - di stare calma.
 Rachele      Se solo sapessi - se sapessi quello che mi ha fatto passare!... Se sapessi quanto mi ha fatto
                      soffrire!
 Donna        Beh, adesso e'  tornato -  
 Rachele      Lo rivoglio come marito!  
 Donna        Come marito - ?  
 Rachele      Si' !
 Donna        Ma -  e'  morto ?
 Rachele      Ma che razza di carro funebre e'  quello?
 Donna        Non e'  un carro funebre'  
 Rachele      Come non e' un carro funebre - !?
 Donna        E'  uno di quei macchinoni americani, una Packard.  C'e' anche un' altra macchina.  
 Rachele       (Arrabbiata)  Ecco - allora non me l' hanno portato!
 Donna        No, il carro funebre non c' e' .
 Rachele      E mi telefonano di correre qui!... Lo sapevo!...  Un' altra fregatura!
 Donna         La Packard s' e'  fermata... Anche l' altra macchina.  
                     (Guardano verso fuori per alcuni momenti)
  Rachele      E adesso perche'  si sono fermati li'  - ?
 Donna         Sembra che - si' , tirano fuori il sedile posteriore della Packard.
 Rachele      Il sedile posteriore...!?
 Donna        Tu va' nella camera mortuaria. Vado a chiedere che cosa succede'
                     (La donna esce.  Rachele entra nella  - )

                     PRESENTE.  Cimitero.  Camera Mortuaria.

                     - E aspetta)
                     (Nota: la camera mortuaria aveva un pavimento di marmo, una statua della madonna, un gran crocifisso su un muro con sotto dei ceri accesi.  Ma queste decorazioni si dovrebbero omettere se ostruiscono la scorrevolezza delle scene)
                       La donna ritorna di fretta e sorregge Rachele.  Una cassa viene portata dentro da Agnesina - vestito grigio, capelli impomiciati - un portatore ed un frate.   Tutti e tre portano occhiali neri.  Si muovono frettolosamente e con aria segreta.  Rachele fissa sconcertata la bara.  Questa consiste di una cassa d' imballaggio fatta di tavole costruita tredici anni prima.  Adesso e' diventata tutta sporca e sgangherata ma ancora intera grazie ai rinforzi di metallo arrugginito che le corrono intorno. Ha un manico davanti e uno di dietro e porta i segni di essere stata sepolta e dissepolta piu' volte.   La cassa contiene una custodia di vetro e dentro questa una bara sigillata di zinco. Nota: per la messa in scena sia la custodia di vetro che quella di zinco possono omettersi - fingendo che sono nella cassa esteriore.  Il portatore esce)
Agnesina       (Per attirarne l' attenzione)   Donna Rachele - ?
Rachele        (Sorpresa)   Agnesina?!
                       (Agnesina le sorride, sforzandosi di sembrare amico, si toglie gli occhiali e offre di stringerle la mano)  
                       (Rifiutando, indicando la cassa)  E -    e questa - cosa sarebbe - ?
Agnesina      Ehm - il Duce'
Rachele         Il Duce?!... In una cassa per le bietole - ?.
Agnesina      Lei voleva seppellirlo qui a Predappio, il suo paese natio - cosi'  mi hanno detto di portarglielo qui...  Venivo sempre qui, quando il Duce era vivo, come pellegrinaggio... A vedere la cripta - il mausoleo dove avrebbe riposato un  giorno.  Piangevo solo al pensiero che un giorno sarebbe morto -
 Rachele        Lacrime da coccodrillo!... Sono dodici anni che lo cerco!  Da quando i partigiani me lo ammazzarono nel `45!
 Agnesina       (Preoccupato)   Donna Rachele, si calmi,.
 Rachele        (Ignorandolo)   Per anni ho implorato i primi ministri!  Ho scritto a vescovi e papi per riaverlo!  E me lo riportate solo ora!
 Agnesina      Se dipendeva da me io glielo avrei consegnato dodici anni fa, il momento stesso che lo portai giu'  da Piazzale Loreto.
 Rachele        (Rabbiosa)   E'  perche'  non l' avete fatto!
 Agnesina      Ma lo sa bene che la folla era impazzita!... Tutti volevano sangue nel `45!  Se glieo avessi portato allora, le folli sarebbero corse qui - a vandalizzare la tomba.  Lo avrebbero preso a calci - messo sotto i piedi - ne avrebbero fatto una - una poltiglia!... Lei lo sa che io non parlo a vanvera...  Come Prefetto di Milano allora, ho dovuto seppellirlo io stesso in fretta e furia a Milano.  Di nascosto, nel cimitero di Masocco.
 Rachele        (Accusandolo)  E chi e' statp poi a rubare la salma dal cimitero di Masocco?
 Agnesina      Ehm - beh, sempre io.
 Rachele        Ah!?... E il governo ha detto che se l'avevano rubato i fascisti!  Poi che se l' erano rubato i comunisti!  Poi gli sciacalli!  I necrofili!... Invece era il governo stesso - e voi!
 Agnesina      La cassa e'  stata responsabilita'  mia per questi dodici anni.... L' ho guidata dappertutto nella Packard, con il numero di targa falso, camuffata come sedile posteriore!... Nascondendola  dove meglio potevo.  Nei monasteri, nei conventi.
 Rachele        Come se fosse immondizia sconsacrata -
 Agnesina      Era tutto per tenerlo incognito.  Per proteggerlo da profanatori... Ora e'  meglio che -  (Le fa segno di rilassarsi)...  Ehm - questo e'  Fra Carlo, del Monastero di Cerro Maggiore'  L' avevamo nascosto li'  ultimamente.
                        (Tira fuori una dichiarazione dalla tasca per farla firmare.  Ma esita. Fa segni furtivi al frate di consolare Rachele. Il frate va da Rachele ma lei improvvisamente lo spinge via e va a fissare  la cassa)
                        (Nota: la cassa rimane in scena fino alla fine - ed e'  usata  sia come oggetto di scena che come suggestione di Mussolini vivo)
                       (Agnesina e'  troppo nervoso per star fermo, guarda l' orologio un paio di volte)  
                        (Da parte)   Fra Carlo, diamole cinque minuti. La faccio firmare e ce ne torniamo a Milano.
                       (Fra'  Carlo annuisce.  I due escono)
     Rachele    (Alla cassa, calma) E allora, Benito- - eccoti qui...  (Pausa, improvvisamente s'arrabbia)  Non te ne sei mai fregato di me, vero!?  Sono stata buona solo a farti i figli?!...  Ti sei pentito per quello che m' hai fatto soffrire, o no!?...  Spero proprio che tu ti sia pentito!  Perche'  un' uomo che non rispetta la moglie e'   - e' un rospo -rospaccio. E' una merda!
                        (Si gira verso il pubblico, pervasa da memorie, si focalizza su una in particolare - la scena seguente - e lentamente si toglie il turbante, mentre la luci cambiano e lei diventa - )
                       PASSATO.  Villa Feltrinelli.  Camera da letto.  

                        Gargnano.  24 ottobre, 1944.  Repubblica Socialfascista, l' ultimo bastione fascista dell' Italia Settentrionale nella Seconda Guerra Mondiale.
                         ( - La Rachele di tredici anni prima, una  cinquantaquattreenne solida e corputa.  (Nota: Rachele, di origine  contadina, e a stento capace di  leggere e scrivere, ventidue anni prima si trovo' improvvisamente ad  essere la prima signora d' Italia.  Priva dell'istruzione e  la raffinatezza che le potessero associare con gli intellettuali, le classi superiori e la nobilta' - che lei comunque destestava - ha vissuto una vita molto riservata, completamente dedicata a dare sostegno  domestico  al marito e a portare su cinque figli.
                        Primo mattino di un giorno grigio che promette un temporale.  Rachele e'  nella sua camera da letto.  La scoperta recente che l' amante del marito vive nelle prossimita' le rode il cervello.  Puo' solo mantenersi  in qualche modo calma facendo servizi domestici. Mette un piumino marrone e un paio di cuscini sulla cassa che diventa un letto.  Arriva una serva)
Serva            (Chiedendo il permesso di entrare)   Donna Rachele?  
Rachele         (Senza girarsi)   Pinella - entra dai.  
Serva           Posso cominciare a pulire il bagno? Il Duce si e'  gia'  liberato - ?
Rachele       All' alba... Il Duce se n' e'  gia'  andato al suo ufficio a Villa delle Orsoline...   (Disappunta)  Da un po' di tempo a letto non ci sa stare piu' .
                     (La serva comincia a spolverare un grosso ritratto del duce)
Serva             Il Duce dovrebbe darsi un' alzatina!
                     (Rachele guarda severamente la serva)
                     Ehm - un dittatore che si prende uno stipendiuccio, come se fosse un suo ministro  -
Rachele       (Preoccupata)  Una paga da miseria.  Sta invecchiando.  La democrazia che gli avanza - come l' artrosi.  Non so neanch'io come faccio a portare avanti Villa Feltrinelli con 9.000 lire all' anno.
Serva          Anche quella si lamentava.
Rachele       (Interessata)   Si lamentava?
Serva         `Mai un regalino!'... Ma il Duce non si puo'  permettere di far regalini, vero?
                    (Rachele e'  turbata per un momento)
Rachele      Ti dimentichi sempre di spolverare ` sopra'  la cornice!   
                    (Va a controllare col dito e mostra la polvere)
Serva         Perdonatemi, Donna Rachele'  Mi dispiace veramente'
Rachele       (Improvvisamente, con rabbia)   Il Padre del Fascismo non puo'  avere polvere e ragnatele in
                    testa!  S' accorgerebbero che e' come una palla da biliardo!  (Affettuosamente)   Il mio Cesare'...
 Serva         Per favore, Donna Rachele, non mi licenziate.  Sia mio padre che mio fratello sono nelle Brigate
                     Nere'.. Volontari!   Pronti a morire per il Duce.. In famiglia sono solo io che faccio la volontaria  
                     pagata.   
Rachele      Stai tranquilla. Mio marito ha promesso che nella Repubblica Socialfascista ci sara'  il pieno impiego... E poi, tu sei abbastanza brava nell'altro tuo lavoro. -    
Serva        Oh!...  (Cospiratoriamente)  Ieri - ieri quella  si prendeva la tintarella... Distesa sul molo.  
                    (Dimostra mettendo le braccia rigide lungo il corpo e cullandosi da un lato all' altro,  terrorizzata di
                     cadere)
                    Il molo e'  cosi'  stretto!  Sarebbe potuto cadere facilmente nel lago!
Rachele     Una spinta gliela si poteva dare -     
Serva         Ma  quella  e'  un nuotatrice di classe.
Rachele      Ah...
Postino         (Entra)   Buon giorno, Donna Rachele'   (Offfrendo un mucchietto di posta)
                    La ` vostra'  posta - di Villa Feltrinelli qui.
                    (Rachele mette questo mucchietto da parte senza guardarlo)
                     (Tirando un altro mucchietto fuori dalla borsa)   E la posta dell'Ufficio Privato del Duce a Villa
                    delle Orsoline.
                     (Rachele controlla e annusa le buste. Soddisfatta rida'  il secondo mucchietto di lettere al postino)   
                      (Congedandosi)   Buon giorno, Donna Rachele  -
 Rachele       (Intervenendo)   Federico!
 Postino        Ah - come sapete, devo passare davanti Villa Fiordaliso per venire qui.  Sono solo quattro      
                      chilometri da qui - ma se vengo prima qui per poi tornare li'  - su e giu' , su e giu' in  bicicletta - io
                      il lavoro non lo finisco mai - e poi le mie gambe non sono -    
 Rachele       (Intervenendo)   Federico!  La posta di quella passa prima di qui.
 Postino        Ma certo, Donna Rachele.  Solo che stamattina posta per quella non ce n' era proprio... Si' , mi sono fermato a Villa Fiordaliso, ma solo per consegnare la posta all' ambasciatore giapponese.  Quello sta al terzo piano, sopra quella donna.  Oh, voi volevate anche  - ?
 Rachele      No,  dei giapponesi non me ne frega niente.  
 Serva          Ma quella e' stata sempre a scrivere.  Piu' della settimana scorsa!... Me l' ha detto la cuoca di Villa Fiordaliso!
                     (Rachele guarda gravemente il postino)
                     Avevate ragione voi, Donna Rachele.  Lettere  d' amore.  
 Rachele       (Al postino)   Allora dove sono le lettere di quella?
 Postino       Io - io non so... Quella di lettere non ne riceve.. E solo ogni tanto imposta una cartolina.
 Rachele      Chi gli fa da postino allora!?
 Postino       Ehm - Dio lo sa.
Rachele      Allora e'  meglio che chiedi un intervento divino, sai!
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Opera Buffa!
Opera Buffa!
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